Palazzo INA e arredo urbano Piazza San Giovanni RG

Gli architetti Salvatore Tringali e Rosanna La Rosa di LCT Architettura in qualità di componenti del gruppo di progettazione rappresentato dall’ Arch. Luigi Sylos Labini; comunicano che dopo i lavori a porte chiuse da parte della commissione esaminatrice presieduta da Paolo Portoghesi, il sindaco Nello Dipasquale, supportato dal dirigente del settore centri storici, Giorgio Colosi, ha annunciato i nomi dei vincitori del primo posto “ex aequo”. Il progetto “Trame d’ombra”, redatto dall’ingegnere architetto Gian Luigi Sylos Labini in collaborazione con lo studio Laboratorio Città e Territorio Architettura; “Renovatio Urbis” redatto dall’architetto Andrea Santa Croce.
Dalla Relazione di Presentazione:
(…) L’intervento di riqualificazione e recupero del palazzo INA ha come obiettivo strategico il ripristino della centralità di piazza San Giovanni nelle dinamiche urbane ed economiche della città di Ragusa.
Tale rinnovamento deve fondarsi sul recupero e la creazione di antiche e nuove relazioni necessarie a ridare al luogo un valore riconosciuto da tutti e ripristinare così le forti valenze architettonico/ambientali originarie.
Il progetto dovrà tendere dunque ad un’ambientazione ottimale in relazione alle caratteristiche morfologico/ambientali dell’area, coniugando una nuova dimensione funzionale con una “rinnovata” condizione umana attraverso la qualità degli spazi, il controllo della luce, la percezione dei nuovi materiali.
L’intervento non solo dovrà assolvere dunque a tutte le necessità programmate ma dovrà riqualificare l’intorno in cui si inserisce, creando con esso nuove relazioni e caricando di nuovo senso gli ambiti esistenti e sprigionando tensione rigenerativa verso la città.
La nuova architettura dovrà dunque aggiungere valore al contesto senza rinunciare alla sua contemporaneità ed evitando compromissioni in “stile”.
L’obiettivo di un’opera compatibile ed armonizzata anche se contemporanea, può essere raggiunto attraverso una lettura ed una reinterpretazione dei tracciati dei segni del territorio, della memoria e dei sentimenti dei luoghi e degli uomini.
Solo così il contesto e le sue stratificazioni possono divenire “progetto”.
Alla base, dunque, della ridefinizione dell’edificio, deve esserci la ”fluidità del rapporto narrativo” tra il contemporaneo e la storia attraverso una riscrittura delle caratteristiche fisiche, materiali e spaziali.
La nuova architettura dovrà essere ricca, al pari dei riverberi barocchi, di sentimento condiviso e bellezza.
Tale obiettivo, se raggiunto, permetterà di vivere “nella contemporaneità, un luogo modellato dal passato, territorio fisico della memoria”.
La struttura narrativa e semantica del contesto, individua nel prevalere delle masse , nella verticalità degli elementi di facciata, nel dinamismo delle decorazioni barocche il proprio linguaggio. (…)

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