Il Monastero di San Benedetto si estende per oltre 4.500 metri quadrati di sedime e poggia, per alcuni tratti, sulle mura ciclopiche dell'antica Norba; l’articolazione volumetrica comprende spazi scoperti, chiesa e fabbriche su due livelli, in parte di proprietà della Curia, di proprietà comunale nella restante estensione.
Le aree scoperte comprendono i due chiostri, l’atrio al confine meridionale del complesso, l’atrio dell’ala di Nord-Ovest, il cortile di accesso lungo la facciata settentrionale della chiesa che funge da vestibolo all’ampia area scoperta al vertice orientale; una vasta terrazza si apre infine a primo piano. Le aree scoperte si estendono per una superficie complessiva di circa 1.600 metriquadrati.
I corpi di fabbrica si articolano su due livelli e ricoprono in pianta una superficie di circa 3.000 metri quadrati, di cui circa 850 appartenenti alla Curia conversanese (chiesa inclusa) e 2.150 di proprietà comunale.
Il complesso conventuale di San Benedetto in Conversano, importante riferimento territoriale sotto il profilo architettonico ed elemento di centralità urbana, è oggetto di una pluralità di interventi.
Il piano terra, allo stato attuale è destinato a sede del Museo Archeologico, per il quale attraverso il PRUSST è in esecuzione un lotto di lavori (con partecipazione finanziaria comunale) con l’Accordo di Programma Quadro “Sistema Musei” progetto SI.M.A.
E’ intendimento dell’Amministrazione Comunale, dopo il recupero organico e funzionale, fare del Convento di San Benedetto un polo istituzionale, culturale e ricettivo di rilievo e di utilizzare quindi le risorse disponibili all’interno di un programma definito di recupero ed attualizzazione funzionale dell’immobile, in stretto raccordo sistemico di fruizione ed interazione con la Curia Vescovile di Conversano, così come previsto con il protocollo d’intesa
L’obiettivo dell’intervento sul famoso “Monstrum Apuliae”, è quello mirante ad individuare ed esaltare le testimonianze storiche, artistiche, architettoniche ed archeologiche dell’”ipogeo” attraverso le diverse stratificazioni storiche che vanno dal IX sec a.C. fino all’editto di Gioacchino Murat del 1810.
Il primo lotto funzionale di intervento, in ottemperanza alle indicazioni ricevute dall’Amministrazione, è improntato al recupero statico ed igienico degli ambienti dell’ala Nord del complesso, alla bonifica e alla sistemazione del chiostro grande e infine al recupero del piano terra, del primo piano e delle coperture e dei lastrici solari dell’ala Nord del complesso, attualmente parzialmente utilizzata a sede della sezione del Museo Archeologico, a sede della Fondazione “G. Di Vagno” e del Centro Sudi “M. Fantasia”.
Nella stessa zona sono in corso di realizzazione opere di restauro e di allestimento del Museo Civico.
I limiti finanziari dell’operazione hanno potuto prefigurare una strategia di primo intervento sostanzialmente incentrata sull’area del previsto ampliamento museale e sul chiostro grande; in particolare, negli ambienti contigui al detto ampliamento museale si sono ipotizzate operazioni di risanamento igienico e di recupero statico, da attuarsi attraverso:
- il rifacimento delle coperture;
- i consolidamenti di murature portanti e di volte in foglio, la creazione di massetti strutturali armati a pavimento per collegamenti di murature, l’alleggerimento dei rinfianchi di volte in muratura.
Detto ambito di intervento comprende anche il cortile Nord.
Per quel che riguarda il chiostro grande, si prevede la bonifica ed una sistemazione generale, estesa anche all’intero deambulatorio, e ciò in funzione di un immediato utilizzo di tali spazi.
Il presente primo lotto di lavori può costituire la fase iniziale di un articolato e strategico programma di riuso del complesso, che si prefigge l’obiettivo di assegnare alla struttura un ruolo non solo istituzionale ma anche di riferimento turistico-culturale per l’intero territorio.
La Città di Conversano assume per storia e tradizione una centralità eminente nel contesto dell’area sud-barese e la sua stessa ubicazione geografica, baricentrica rispetto alla linea delle città costiere e al ventaglio dei centri interni può costituire premessa per l’elaborazione di strategie di promozione e sviluppo che non si limitino al solo contesto urbano ma che si irradino anche ad ambiti sovracomunali, se non sub-regionali.
L’intento di delineare politiche di crescita all’interno di una rete ed ancor più di una possibile prospettiva di “centralità” comporta l’impegno a ricercare, strutturare, programmare risorse e promuovere sinergie non solo nell’ambito della comunità cittadina ma anche all’esterno, attraverso azioni che incentivino il modello partenariale nell’attuazione degli interventi.
Ma una visione strategica del futuro della città passa anche attraverso processi di governance e attraverso la mobilitazione ed il coinvolgimento della società locale possono essere considerati gli interlocutori che devono presiedere ogni azione pianificatoria.
Vi è un luogo deputato nel quale le istituzioni cittadine si relazionano con il pubblico per presentare le politiche urbanistiche da perseguire e le relative modalità di attuazione e questo è l’Urban Center, sede di confronto, dibattito e approfondimento dei progetti di sviluppo urbano nella loro più ampia e articolata accezione multidisciplinare, cioè sotto il profilo dell’architettura come della sociologia, dell’economia come della materia ambientale. scenario più aperto e partecipato il complesso delle azioni atte a perseguire la riqualificazione fisica, sociale ed economica della città ed anche costituisce occasione di più intensa circolazione culturale e quindi, in definitiva, di sempre più elevata qualità della vita. L’articolazione funzionale dell’Urban Center di Conversano potrebbe prevedere spazi per ospitare eventi e mostre a tema, seminari e workshops, attività didattiche, incontri e dibattiti intorno ai progetti e agli scenari di una città che si programma per crescere; la notevole potenzialità di un complesso monumentale tanto fascinoso quanto fisicamente imponente si presta inevitabilmente ad una estensione del concetto di riuso che, alla concertazione di uno spazio nel quale città e istituzioni possano operativamente confrontarsi, assommi una serie programmata di opportunità per cui cittadini, studenti, turisti, operatori turistici e culturali, studiosi siano posti in condizione di incontrare la città e il territorio di riferimento, approfondire l’arte e la storia, trarre ogni tipo di formazione e informazione, come in una sorta di “macchina del tempo” che coniuga dialetticamente passato, presente e futuro.
L’organizzazione complessiva degli spazi e delle funzioni potrebbe configurarsi in: un polo istituzionale; un polo culturale; un polo ricettivo.
Il restauro e riuso dell’antico monastero, può prospettarsi, quindi, all’interno di un più ampio contesto programmatorio finalizzato a rivitalizzare il patrimonio culturale locale, con l’obiettivo principale di restituire il monumento alla città e alle collettività locali; tutto ciò senza perdere di vista l’identità del luogo ma, partendo proprio da questa, prospettare percorsi di fruibilità e valorizzazione in grado di cogliere i bisogni del territorio e di contribuire ad un processo di rafforzamento della qualità della vita urbana e dei micro-sistemi territoriali di riferimento.